ANMED annuncia insieme a UAP, la conferenza stampa che si terrà lunedì 11 novembre alle ore 16:00 a Montecitorio.
Tra i temi salienti riguardanti la sanità italiana che verranno trattati, c’è il taglio che l’attuale Governo intende operare ai rimborsi agli ospedali e alle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, così come risultanti dallo schema di Decreto sul Nomenclatore Tariffario e sui nuovi Lea uscito in data odierna.

Da un’attenta lettura delle tariffe emerge, infatti, in maniera inequivocabile che tali tagli colpiranno irrimediabilmente una sanità pubblica che già verte in condizioni disastrose e che non è in grado di tutelare la salute degli italiani, peggiorando le lunghe liste di attesa e rendendo impossibile l’erogazione di qualsiasi servizio sanitario.
“Un gioco di palazzo che rischia di distruggere l’intero sistema sanitario. Tutto ciò non arreca danno solo alle aziende sanitarie, ma soprattutto ai cittadini e noi non vorremmo mai che siano loro a sostenere il costo delle prestazioni” – riferisce la Dott.ssa Elisa Interlandi, Presidente Anmed.
“In Sicilia – continua la Dott.ssa Interlandi – già il rimborso per i laboratori è molto più basso che in altre regioni, perché essendo in piano di rientro non ha inserito l’integrazione che le altre regioni hanno potuto fare e addirittura ci troviamo ancora più penalizzati perché non siamo mai retribuiti per le prestazioni eseguite mia solamente per una parte. Praticamente noi regaliamo al Sistema Sanitario Nazionale milioni di euro.
Una situazione intollerabile, per la quale si dovrebbe fare una durissima battaglia perché gran parte dei cittadini rinuncia alle cure o si indebita per fare privatamente terapie, interventi e prevenzione che le strutture pubbliche rinviano di mesi e anni. Con questa scelta il ministero peggiora notevolmente il diritto di assistenza al cittadino. Basta pensare che nessun erogatore soggetto ai requisiti della normativa nazionale potrà più eseguire le prime visite mediche, come la prima visita cardiologica incluso ECG a 33.60€ o la prima visita oculistica Incluso esame del visus, refrazione con eventuale prescrizione di lenti, tonometria, biomicroscopia, fundus oculi con o senza midriasi farmacologica a € 22,15. Da un governo che sponsorizza i valori dovrebbe correggere una simile caduta di stile e garantire la copertura delle liste d’attesa nel rispetto delle professioni.
Ragionare sulla relazione pubblico-privato nel SSN significa ripensare le strategie future per continuare a garantire un Servizio Sanitario Pubblico che nasconda nulla sotto il tappeto ma garantisca la trasparenza e la responsabilità di tutti i soggetti coinvolti affinché i contratti del settore privato siano governati in modo solido e corretto, senza conflitti d’interessi.
Sono pesi e misure che non identificano uno Stato democratico ma una politica incoerente con i valori che pronuncia. Chiediamo misure urgenti che tutelino il cittadino che lo vede protagonista incosciente del trasferimento della sanità pubblica”.
I tagli alle tariffe previste nel nuovo Nomenclatore Tariffario non consentiranno più di coprire le spese, ciò inevitabilmente porterà al deficit totale degli Ospedali pubblici in piano di rientro, che sarà risanato direttamente dai noi cittadini italiani (e il danno erariale?), e al fallimento delle strutture sanitarie private accreditate, con conseguente licenziamento dei dipendenti, o con la svendita delle stesse a chi da anni gioca all’indebolimento delle strutture nazionali.
Le tariffe previste nel nuovo Nomenclatore Tariffario, ad oggi non ancora arrivato alla firma definitiva, sono inaccettabili per tutte le associazioni di categoria aderenti all’U.A.P., che rappresenta tutta l’Italia, che informano la popolazione del rischio di chiusura delle 27.000 strutture sanitarie private accreditate e della potenziale perdita del posto di lavoro degli oltre 350.000 dipendenti. Tutti gli ordini e gradi della sanità sono pronti a proclamare lo stato di agitazione.
Per tali ragioni alla citata conferenza stampa, alla quale saranno presenti gli esponenti di tutti gli schieramenti politici, si attendono chiarimenti da parte del Ministro delle Salute perché eventualmente le strutture sanitarie nazionali accreditate valuteranno la necessità di disporre una chiusura totale del servizio al pubblico, poiché nell’impossibilità di continuare ad erogare prestazioni sanitarie a causa di rimborsi inferiori alle spese.