È giunto ieri pomeriggio il via libera della Conferenza Stato-Regioni per i Nuovi tariffari Lea per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e la protesica. Entreranno in vigore il prossimo 30 dicembre ed avranno un impatto catastrofico su tutto il mondo della Sanità italiana.
L’applicazione del nuovo Nomenclatore, infatti, comporterà consistenti tagli tariffari che sono insostenibili per il settore sanitario privato accreditato. La possibilità di coprire i costi di gestione verrà compromessa, soprattutto nelle Regioni economicamente più vulnerabili. Questo metterà a rischio la sostenibilità delle strutture e la capacità di garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea).
Tutto ciò metterà a rischio la continuità operativa nonché i posti di lavoro di oltre 350.000 professionisti del settore, perché le strutture potrebbero ridurre i servizi o uscire dal Sistema sanitario nazionale (Ssn).
La sanità italiana perderà risorse essenziali penalizzando i cittadini con un possibile aggravamento della problematica delle liste d’attesa e della disparità territoriale che sarà generata dall’integrazione regionale delle tariffe.
Non abbiamo mai assistito nella storia della nostra Repubblica a tariffe ferme da oltre 26 anni che invece di essere incrementate vengono diminuite, contro ogni logica economica e di buon senso, senza tener conto delle reali esigenze degli italiani e della loro salute.
Stupisce che le Regioni le abbiano ritenute congrue, probabilmente perché mirano al risparmio più che alla qualità del servizio.
“Ragionare sulla relazione pubblico-privato nel SSN significa pensare alle strategie future con responsabilità garantendo una gestione solida e corretta che non presenti conflitti d’interessi e che abbia come primo fondamentale obiettivo il Diritto alla Salute dei cittadini.
Sono state adottate, infatti, misure che non delineano un governo democratico ma una politica incoerente con i valori che pronuncia. Chiediamo a riguardo un intervento urgente, perché I tagli operati colpiranno irrimediabilmente la sanità pubblica, peggioreranno la situazione delle lunghe liste di attesa e renderanno impossibile l’erogazione di qualsiasi servizio sanitario” – ribadisce la Dott.ssa Elisa Interlandi, Presidente Anmed e Vice Presidente UAP.