COMUNICATO STAMPA
27 Giugno 2024
Il sistema sanitario accreditato e la cura del cittadino nelle strutture di servizio: discrasia o messaggio politico?
Il 27 giugno alle ore 16:00, alla Camera dei Deputati, si è tenuta la conferenza stampa indetta da U.A.P. presieduta dalla Dott.ssa Mariastella Giorlandino e da ANMED presieduta dalla Dott.ssa Elisa Interlandi.
Tema all’ordine del giorno: i problemi della sanità italiana nel momento attuale, soprattutto alla luce di quanto emerso dalla trasmissione di Report andata in onda il 23 giugno.
Alla conferenza sono stati trattati nello specifico i seguenti argomenti:
– Prestazioni ambulatoriali e mediche solo se autorizzate ed adeguate alla normativa nazionale di cui al D.Lgs. n. 502/1992
– Nomenclatore Tariffario
– Uscita delle strutture accreditate convenzionate dalla sezione beni e servizi e ritorno ai presidi sanitari
– 200mila prestazioni in rete e non in singolo per le reti di laboratorio di patologia clinica.
Al centro dell’attenzione, quindi, proprio il Dl Semplificazioni e il Dl Liste d’attesa nella parte in cui consente alle farmacie la possibilità di effettuare prestazioni di laboratorio di analisi non più limitate al solo test di autocontrollo sinora consentito, trasformando le farmacie in erogatori di servizi sanitari, nonostante il farmacista non possieda gli strumenti conoscitivi e strumentali per trasformare il semplice referto derivante dal prelievo di sangue o genetico in un referto corredato da unità di misura, intervalli di riferimento e limiti decisionali.
Sono intervenuti:
- Dott. Michele Colaci, Presidente Confapi
 - Avv. Alberto Pepe, Avvocato amministrativista
 
– Dott.ssa Mariastella Giorlandino, Presidente U.A.P.
– Dott. Valter Rufini, Presidente Federanisap
– Dott. Filippo Anelli, Presidente Fnomceo
– Dott.ssa Elisa Interlandi, Presidente ANMED
– Dott. ssa Maria Silvana Muscarella, Segretario Cromceo
– Dott.ssa Anna Lo Presti, Presidente Confederazione sindacati accreditati CSA
- Dott. Giovanni Onesti, Presidente AISI
 
Ha aperto i lavori il Dott. Michele Colaci, Presidente CONFAPI che si è in primis dichiarato a favore dell’introduzione della piattaforma da istituire presso AGENAS, presente all’art. 1, soprattutto dal punto di vista della mappatura non solo delle prestazioni, ma anche di quelli che sono i problemi del settore, andando anche a ridurre ove possibile, i costi per la spesa pubblica là dove si riscontri l’inefficacia o la poca necessità di una prestazione piuttosto che l’altra. Dovrebbe quindi essere uno strumento obbligatorio da utilizzare per le regioni.
Ha poi richiamato l’attenzione su una lacuna del decreto chiedendo lo sblocco dell’incompatibilità delle professioni sanitarie tra pubblico e privato.
Ha poi chiesto il raggiungimento di un automatismo delle strutture private in quanto ad oggi, le strutture convenzionate lavorano essenzialmente per i cittadini equiparandosi in tal senso alle strutture pubbliche. Dovrebbe quindi poter esserci la possibilità per queste strutture di erogare prestazioni sulla base di quelle che sono le richieste dei cittadini che si recano da loro per essere assistiti.
In merito all’aumento delle prestazioni ambulatoriali e radiologiche, sarebbe quindi opportuno valutare se affidare l’erogazione di alcuni di questi servizi alle farmacie.
A seguire è intervenuto l’Avv. Alberto Pepe, che ha illustrato tutti i riferimenti normativi inerenti alla materia in oggetto dibattito.
La Dott.ssa Elisa Interlandi è intervenuta a riguardo del vincolo delle 200mila prestazioni per il laboratori che praticamente implica il loro smantellamento e trasferimento in contenitori commerciali. Ciò comporta l’avvicinamento alla sanità a pagamento per l’interruzione del problema della copertura dei fondi per la specialistica accreditata.
“Il governo, perché ha fatto questa scelta? Noi eravamo già presenti sul territorio e invece sta trasferendo le nostre competenze a strutture che non hanno nessun requisito in merito. La politica si è resa conto della confusione che sta creando al cittadino? I nostri requisiti sono a tutela della salute e del paziente. Hanno dimenticato chi è che può fare sanità.
Tanti requisiti vengono richiesti a strutture come i laboratori che aderiscono al sistema del SSN e vengono in tal modo sottoposte a tantissima burocrazia e per di più a lottare per un tariffario equo che gli consenta di mantenere un’alta e accreditata qualità del servizio. D’altra parte, invece, ci sono “strutture di servizio” come le farmacie che garantiscono esami di auto controllo, auto analisi, auto prescrizione, che ai laboratori sono vietati e che in quei contesti sono eseguite per giunta da figure professionali non specificamente qualificate. Tutto ciò non arreca danno solo ai laboratori, ma soprattutto ai cittadini: un dato analitico errato o non appropriato può cambiare la vita delle persone.
Non è solo una discrasia ma un messaggio politico perché vogliono trasformare il sistema sanitario in qualcosa che non rappresenta la salute del cittadino ma improvvisazione. E questo non lo possiamo più consentire, per questo oggi siamo qua. Vogliamo essere tutelati dal Ministero e vogliamo certezze perché noi siamo già delle certezze. Noi già siamo erogatori del sistema sanitario accreditato. Noi siamo in discussione? Dovrebbero esserlo i nuovi erogatori.
Ciò determina un’evidente ed illegittima sperequazione tra ambulatori e poliambulatori privati accreditati da un lato e le farmacie dall’altro. Per i primi l’attività sanitaria è soggetta al rispetto di requisiti strutturali e professionali prodromici e particolarmente stringenti per ottenere l’accreditamento con il S.S.N., mentre alle farmacie sarà concesso di erogare servizi sanitari senza che in capo alle stesse sussista alcuno dei requisiti citati come l’idoneità dei locali, la presenza di un direttore sanitario con adeguata specializzazione, nonché l’esecuzione dei periodici controlli di qualità, la formazione del personale, etc.
Dalla lettura del testo normativo emerge infatti come l’erogazione di prestazioni diagnostiche e ambulatoriali da parte delle farmacie non soggiaccia ai rigidi requisiti imposti per lo svolgimento delle medesime attività presso le strutture laboratoristiche e/o comunque ambulatoriali: requisiti minimi di carattere strutturale, requisiti minimi di organico e relative qualificazioni, requisiti di carattere funzionale e di controllo qualitativo, obblighi di rispondenza al fabbisogno.
Appare davvero illogico ed irrazionale che venga concessa la possibilità alle farmacie di erogare prestazioni sanitarie di competenza da sempre di altri soggetti professionali appartenenti al S.S.N., senza che le medesime farmacie posseggano i requisiti necessari per poter porre in essere ed erogare tali servizi, requisiti invece richiesti per le altre figure professionali della sanità privata, sottoposte a controlli di qualità periodici ed a costi davvero considerevoli per ottenere il mantenimento dei requisiti che consentono loro di operare con il SSN”.
D.ssa Elisa Interlandi