Oggi si è svolta a Roma presso il Club House di piazza Montecitorio la conferenza stampa indetta da UAP. (Unione degli Ambulatori e Poliambulatori privati autorizzati e privati convenzionati) e ANMED (Associazione Nazionale di Medicina, Diagnostica), sulle conseguenze dell’applicazione del nuovo Nomenclatore entrato in vigore lo scorso 30 dicembre.
La tavola rotonda è stata moderata Alessandro Cecchi Paone ed ha visto partecipi la Dott.ssa Mariastella Giorlandino Presidente UAP, la Dott.ssa Elisa Interlandi, Vicepresidente UAP e Presidente Anmed insieme al mondo dell’imprenditoria, della politica, della Chiesa e anche dello spettacolo. Presente, infatti, anche Maria Grazia Cucinotta che da anni si occupa della sensibilizzazione sulla prevenzione e si chiede: “Come si fa a dire alla gente di fare prevenzione se poi ci sono liste d’attesa infinite? E se le convenzioni non ci saranno più perché con questi costi le analisi saranno troppo care, come farà la gente a curarsi”.
Tanti gli esponenti politici intervenuti all’evento: da Davide Faraone di Italia Viva a Maurizio Gasparri di Forza Italia che promette: “Dobbiamo fare un tavolo, e l’ho chiesto al ministro Schillaci, con farmacia dei servizi e laboratori di analisi”.
È questo anche il messaggio lanciato dalla Dott.ssa Elisa Interlandi: “Ci troviamo in enorme difficoltà e interpelliamo il mondo della Politica perché da operatori non è possibile accettare questo decreto che purtroppo accentua lo smantellamento della sanità pubblica. Chiediamo aiuto, un intervento immediato perché migliaia di pazienti rischiano di non avere più accesso alle cure“.
Con il nuovo tariffario nazionale di cui al dm. 272 del 25/11/2024, pubblicato in tutta fretta sulla GURI venerdì 27/12/2024 ed entrato in vigore lunedì 30/12/2024, il Ministero della Salute di concerto con il MEF hanno messo, infatti, in ginocchio l’Italia. Criticità nazionale assoluta sotto il profilo sia dell’applicazione concreta delle nuove tariffe con paralisi del sistema sanitario, sia nel merito per l’approvazione, dopo oltre 5 lustri, di tariffe sottocosto con ribassi sino al 70% e non solo, essendo svariate le illegittimità rilevate.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto del ricorso al TAR Lazio, sede di Roma presentato da ANMED e decine di strutture private accreditate.
Le nuove tariffe, drasticamente peggiorative, non sono state infatti determinate con l’adozione delle metodologie e dei criteri d’istruttoria previsti dalla legge e neanche considerando il necessario aggiornamento delle specifiche voci di costo.
Inoltre, sono stati soppressi molti codici e quindi molte prestazioni non sono presenti nel nuovo tariffario con un vuoto normativo importante, di cui i cittadini pagano lo scotto principale; ancora, sono stati inseriti nuovi codici, prima non presenti, e tale circostanza impedisce a tutti gli operatori del settore di coordinare il passaggio tra i due tariffari, essendo assente una tabella di conversione.
Non basta, vi sono singole prestazioni del vecchio tariffario che non sono più presenti nel nuovo perché raggruppate in un solo codice, con tutto ciò che ne consegue in termini di impossibilità di prescrizione e remunerazione.
Con il ricorso si è espressamente richiesto al TAR Lazio di disporre ai sensi degli artt. 66 o 67 c.p.a. verificazione o Consulenza Tecnica d’Ufficio circa la corretta individuazione e applicazione di criteri che effettivamente siano idonei a determinare le nuove tariffe in modo congruo e appropriato, con specifico riferimento alla rilevazione dei costi, requisito essenziale ed imprescindibile.
Per tali motivi, il Ministero della Salute ha prima differito dal 30 dicembre 2024 all’1 gennaio 2025 l’entrata in vigore del nomenclatore approvato e poi ha preannunciato “una più ampia revisione delle medesime tariffe, assicurando nel contempo una graduale transizione al nuovo tariffario”, che però non è avvenuta.
Anmed, quindi, chiede che, a fronte di un necessario ed inevitabile intervento cautelare di sospensione del d.m. 272/2024 e la conseguente applicazione del previgente tariffario Balduzzi vigente e rodato al momento dell’adozione del decreto ministeriale impugnato, venga organizzato un immediato tavolo di concertazione con tutti gli operatori e protagonisti del settore ivi incluse le organizzazioni di categoria.
È necessario adottare le opportune ed immediate determinazioni ed i necessari correttivi che consentano ai pazienti di avere la tutela del diritto alla salute costituzionalmente previsto e la garanzia della fruizione delle prestazioni sanitarie e agli erogatori privati accreditati di poter continuare a garantire puntualmente sul territorio l’assistenza sanitaria di cui necessitano i pazienti del S.S.N.